Matsumura Sokon Bucho nasce a Yamagawa, città del dipartimento di Shuri, in data incerta: tra il 1798 e il 1805.Proviene da una nobile famiglia di Ryukyu.
All’età di soli 24 anni – grazie ad un magistrato di Satsuma, ha la possibilità di studiare l’arte della spada della scuola Jigen Ryu, pratica che era riservata strettamente ai guerrieri della Signoria.
L’allenamento della scuola è durissimo ed estenuante e prevede esercizi dai ritmi molto serrati. Il Maestro Matsumura riesce dopo due anni ad ottenere il diploma di Jigen-Ryu.
Nel 1836, Matsumura si reca in Cina, a Pechino, assieme ad una delegazione incaricata di portare tributi all’imperatore. Risiede a Pechino per circa un anno, periodo durante il quale ha modo di approfondire l’arte del combattimento e di apprendere nuove tecniche sotto la guida di un Maestro chiamato Wei Bo.
Al suo ritorno a Ryukyu riprende il suo incarico di guardia reale e mantiene il suo mandato per tre generazioni di regnanti perfezionando ed approfondendo le sue tecniche e le sue conoscenze dell’arte del combattimento.
La vita del Maestro – come quella di tutte le grandi figure – resta a cavallo tra storia e leggenda, senza che il confine tra le due sia ben delineato. Sono numerosissimi gli aneddoti e i racconti trasmessi dalla tradizione orale sul suo conto. Pare che fosse in grado di fronteggiare gruppi numerosissimi di avversari, che fosse in grado di domare bestie ferocissime e che avesse una moglie capace di rivaleggiare con lui nell’arte del combattimento.
Matsumura comincia anche a diffondere la propria esperienza e ad insegnare creando una scuola dal nome Shuri-Te. Matsumura venne insignito con il titolo di Bushi (lett. Guerriero) direttamente dalla famiglia regnante di Okinawa, come coronamento dei suoi sforzi e della sua abilità nell’arte della lotta.
Tra le poche testimonianze che giungono sino a noi riportiamo una lettera che Matsumura presentò, poco prima della sua morte ad uno dei suoi allievi Rosei Kuwae.
E` indispensabile comprendere il vero significato dell’allenamento nell’arte marziale. Preciso di seguito questa attitudine, e lei la esaminerà bene. All’inizio, le me dello studio e dell’arte marziale sono basate su uno stesso principio e ogni ma comprende tre specie.
Le tre specie nella via dello studio sono gli studi della letteratura, dell’esegesi e del confucianesimo.
Lo studio della letteratura consiste nel praticare le belle scritture ed è utile per ottenere una migliore situazione sociale e un buon reddito.
Lo studio dell’esegesi ha per scopo il comprendere meglio il significato dei testi di Confucio e l’insegnarlo agli altri. E uno studio in vista di una migliore conoscenza, ma con essa non potrete approfondire la via.
Questi due studi permettono solo di ottenere degli onori nelle lettere e io non li chiamo il vero studio.
Lo studio del confucianesimo consiste nel conoscere l’essenziale di ogni cosa a partire dalla via, nel rendere sincera la propria volontà, nel rendere corretto il proprio spirito e, per mezzo di questo, gestire la famiglia, governare il paese e mantenerlo in pace. E questo il vero studio, lo studio che conviene a un confuciano.
Le tre specie nella via dell’arte marziale sono l’arte marziale dell’intellettuale l’arte marziale del pretenzioso e l’arte marziale del budo.
Nell’arte marziale dell’intellettuale, si pensa ai vari modi di allenamento e li si cambia spesso senza approfondire. Si conoscono numerose tecniche, ma la pratica è come una danza e si è incapaci di applicarle in combattimento. Non si è migliori di una donna.
Nell’arte marziale del pretenzioso, ci si agita molto senza allenarsi realmente, tuttavia sipario spesso delle proprie imprese gloriose. Si provocano delle zuffe e si offendono gli altri. Secondo le circostanze si rischia di distruggersi o di disonorare la propria famiglia.
Nell’arte marziale del budo, le cose vanno a buon fine con un’elaborazione permanente, si resta calmi anche quando gli altri sono agitati e si vince dominando lo spirito del proprio avversario. Maturando la propria arte, si arriva a manifestare le proprie capacità superiori e sottili, a restare senza turbamento in qualsiasi situazione, a non essere al di fuori di sé.
E se si tratta di lealtà e di fedeltà verso il proprio signore e i propri genitori, si diventa una tigre feroce, un’aquila piena di dignità; avendo la rapidità di visione di un uccello, si può vincere qualunque nemico. L’obiettivo dell’arte marziale consiste nel dominare la violenza, nel rendere inutili i soldati, nel proteggere il popolo, nello sviluppare la qualità della persona, nell’assicurare al popolo la tranquillità, nel creare un’armonia tra i gruppi e poi nell’accrescere i beni della società.
Sono le sette virtù dell’arte marziale di cui il Santo Maestro (Confucio) fa l’elogio.
Sicché il principio è unico per lo studio e per l’arte marziale. Inutili sono le arti marziali dell’intellettuale e del pretenzioso.
Io desidero che lei prosegua nel senso dell’arte marziale del budo e che sia capace di reagire opportunamente secondo le mutevoli situazioni, dominandole. Ho scritto quanto sopra senza alcuna reticenza, poiché è con questo spirito che deve continuare ad approfondire il suo allenamento.
Bucho Matsumura
13 Maggio
Al mio discepolo Kuwae